Reriate by Cristiano Zingale
"The city does not tell its past, it contains it like the lines of a hand, written in the corners of the streets, in the grilles of the windows, in the handrails of the stairs, in the antennas of the lightning rods, in the flagpoles, each segment striped in turn with scratches, serrations, carvings, commas."
Italo Calvino
In his combinatory novel "The Invisible Cities," Calvino at a certain point has the narrator, Marco Polo, declare: "Cities like dreams are built of desires and fears, even if the thread of their discourse is secret, their rules absurd, their perspectives deceptive, and everything hides another".
Cities are therefore an imaginative dream, a dystopian construction, plausibly mixed with the memory of reality. Reriate, the urban space defined in a reportage key in this evocative work by Zingale is exactly that: an invisible city, a place of meaning that exists only because we believe it does. But let's hear what lies deep within Reriate directly from the author's words: "For some time the town remained uninhabited," says Zingale, "only a few years later people began to return again, giving life to one of the most brilliant examples of welcome and inclusion, and enhancing the past with the recovery of everything that had escaped the bombings. In Reriate, time seems to have stopped many decades ago... There are no pubs but only small bars, where when you enter you have the feeling that time has stopped here. But all this is just fantasy! Reriate doesn't exist! Reriate is a simple anagram: the anagram of a nation, Eritrea, too often mentioned only on the occasion of clandestine landings, but it should be remembered that this nation has a very deep bond with Italy.
Zingale's photos present a country you don't expect, a country suspended in time, a place from which it would seem to us spectators inconceivable to escape. But, the fact that there are remnants of beauty left in this tormented country, so wisely captured by the author's lens, does not mean that the daily drama of the Eritreans is unreal but that welcoming them is perhaps the only way to save even a fleeting remnant of this lost beauty.
ITALIANO
Reriate by Cristiano Zingale
“La città non dice il suo passato, lo contiene come le linee d’una mano, scritto negli spigoli delle vie, nelle griglie delle finestre, negli scorrimano delle scale, nelle antenne dei parafulmini, nelle aste delle bandiere, ogni segmento rigato a sua volta di graffi, seghettature, intagli, svirgole.”
Italo Calvino
Quel genio assoluto che era Italo Calvino nel suo romanzo combinatorio “Le città invisibili” ad un certo punto fa dire all’io narrate che è Marco Polo :” Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure, anche se il filo del loro discorso è segreto, le loro regole assurde, le prospettive ingannevoli, e ogni cosa ne nasconde un'altra”.
Le città sono dunque sogno immaginifico, costruzione distopica, verosimile mescolato al ricordo del vero. Ecco Reriate, lo spazio urbano definito in chiave reportagistica in questo evocativo lavoro di Zingale è esattamente questo: una città invisibile, un luogo del senso che esiste solo perché noi crediamo che lo faccia. Ma sentiamo cosa si cela nel profondo di Reriate direttamente dalle parole dell’autore : “Per un po’ di tempo il paese è rimasto disabitato, - racconta Zingale - solo qualche anno dopo le persone cominciarono a tornarvi nuovamente, dando vita a uno dei più brillanti esempi di accoglienza e inclusione, e valorizzando il passato con il recupero di tutto ciò che era scampato ai bombardamenti. A Reriate il tempo sembra essersi fermato a molti decenni fa… Non esistono pub ma solo piccoli bar, dove quando si entra si ha la sensazione che il tempo qui si sia fermato. Ma tutto questo è solo fantasia! Reriate non esiste! Reriate è un semplice anagramma: l’anagramma di una nazione, l’Eritrea, troppo spesso citata solamente in occasione di sbarchi clandestini, invece bisognerebbe ricordare che questa nazione ha con l’Italia un legame molto profondo.
Gli scatti di Zingale raccontano di un paese che non ti aspetti. Un paese sospeso nel tempo , un paese da cui sembrerebbe a noi spettatori inconcepibile fuggire…ma, il fatto che siano rimasti scampoli di bellezza in questo paese tormentato, così sapientemente colti dall’obiettivo dell’autore, non significa che il dramma quotidiano degli eritrei sia inreale ma che accoglierli è forse l’unico modo per salvare anche solo un altro scampolo di questa perduta bellezza!